Si allarga a macchia d’olio lo scandalo della truffa all’Unione europea, meglio conosciuta come “la Maxi inchiesta sull’OP Alma Seges” dove, per il momento sono finite agli arresti domiciliari ben 12 persone, sequestrati oltre 9 milioni di euro mentre 67 in totale sono le persone indagate.
Fra gli indagati cui anche Francesco Laezza, cognato dell’On. Pina Castiello, sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento nel governo Meloni, ed esponente di primo piano della Lega in Campania.
Un vero e proprio terremoto per l’intera filiera agroalimentare della Piana del Sele tra Eboli e Battipaglia.
Agli arresti domiciliari sono finiti: Aristide Valente, Pasquale Attianese, Salvatore Attianese, Gennaro Bianchino, Concetta Bianchino, Annamaria Cascone, Maurizio Gentile, Alba La Brocca, Guglielmo Francesco Noschese, Antonio Pezone, Giuseppe Russo e Valcacer Massimo. Coinvolte ben 12 aziende solo nel salernitano.
I componenti del Cda di Alma Seges sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Unione Europea.
L’impianto di via Campolongo, da dove nel 2018 è partita l’indagine, fattura circa 40 milioni di euro a fronte di 15 dipendenti. Per gli investigatori, l’Alma Seges è un vero e proprio “fatturificio”.
La figura centrale dell’inchiesta è il napoletano Aristide Valente, di origine napoletane ed ebolitano di adozione da quindici anni. Per gli inquirenti, Il deus ex machina dell’Alma Seges è lui. Figura di spicco dell’inchiesta è anche Gennaro Bianchino, titolare di un’azienda agricola.
Si è avvalsa della facoltà di non rispondere intanto Annamaria Cascone, al momento dell’arresto responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa, così come Attianese mentre Alba La Brocca (difesa dagli avvocati Giuseppe Pepe e Martino Melchionda) si è difesa affermando di non aver truffato nessuno e dimostrando, documentalmente, che i suoi conferimenti erano reali.
L’operazione effettuata su delega dell’European pubblic prosecutor’s office (Eppo) è stata condotta dai finanzieri del comando provinciale di Caserta (compagnia di Mondragone) e riguarda presunte irregolarità nell’accesso ai finanziamenti della Politica agricola comune (detta Pac) che, secondo le accuse, sarebbero stati ottenuti in maniera indebita da una delle più importanti realtà agricole, appunto la Alma Seges di Eboli.
Ebbene, per l’accusa, si sarebbe utilizzato impropriamente lo stato di Op (organizzazione di produttori) per accedere a fondi comunitari destinati a sostenere la competitività delle imprese agricole.
