La convocazione del Consiglio Comunale monotematico di questa mattina, ordine del giorno “dimissioni del sindaco Marco Antonio Del Prete”, sortisce un vero e proprio effetto boomerang. Soprattutto per chi l’aveva progettato ed imposto ad un sempre più collaborativo presidente del consiglio Aniello Di Marzo, finanche lui apparso deluso e amareggiato per il comportamento di una maggioranza, che oggi, più che menefreghismo, ha mostrato disprezzo verso cittadinanza e istituzioni.
Fin dalle prime ore in cui si era appreso della convocazione di un dispendioso quanto inutile consiglio comunale, lo scetticismo aveva cominciato subito a serpeggiare fra le stanze del palazzo di piazza Umberto I, e non solo.
Ma allora perché questa sceneggiata? Un teatrino che fra rimborsi per i consiglieri, stenotipisti, forze dell’ordine e affini, è costato ai cittadini una bella cifra. Soldi buttati dalla finestra, sicuramente, ma gli aspetti più degradanti che, ancora una volta, rendono l’idea di una amministrazione inappropriata e deleteria per la città, rimangono i piccoli interessi personali finalizzati ad un mesto tirare avanti, fra richieste più o meno velate di nuovi riferimenti in giunta, nell’ottica di un imminente rimpasto, e il classico piatto di lenticchie rappresentato dal gettone di presenza dovuto per le commissioni. (Balzac: “Le miserie umane”)
Da sottolineare infatti, che dopo la convocazione del consiglio comunale, andata, come previsto, semideserta, molti i consiglieri che si erano intanto intrattenuti fino a quel momento al bar, hanno affollato di colpo la sala delle commissioni. Tutti allineati e presenti. (Sic!)
Per la cronaca, nella sala consiliare, al momento dell’appello per la seduta consiliare, sono risultati presenti i soli consiglieri di minoranza Carla Ambrico, Angelica Argentiere e Teore Sossio Grimaldi, oltre al dimissionario sindaco Marco Antonio Del Prete, apparso, a dire il vero, non poco preoccupato, e con la mente altrove. Ma, giusto riconoscerlo, comunque presente in aula, rispettoso del protocollo, nonostante avesse nei giorni scorsi motivato le sue dimissioni.
(Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Marcantonio quel che è di Marco Antonio).
Sotto riportiamo il laconico comunicato stampa di Liberiamo Fratta.
COMUNICATO – LIBERIAMO FRATTA*
La maggioranza scappa. La città resta.
Oggi si sarebbe dovuto tenere il Consiglio Comunale per la comunicazione ufficiale delle dimissioni del Sindaco.
Un momento fondamentale, istituzionalmente e politicamente. Un atto di rispetto verso il Consiglio, ma soprattutto verso i cittadini. E invece? Silenzio. Diserzione. Codardia politica. La maggioranza, compatta, non si è presentata. Nemmeno per dire addio. Non è la prima volta che in politica si rassegnano le dimissioni. Ma è forse la prima volta che lo si fa in silenzio, scappando da un confronto pubblico e istituzionale. Un’intera coalizione che lascia le sedie vuote e un vuoto politico enorme.
E dietro questo silenzio, cosa si lascia alla città? Una Frattamaggiore cementata fino all’ultimo metro, dove ogni spazio libero è diventato palazzo. Una città caotica, sporca, congestionata dal traffico, dove muoversi è diventato un’impresa. Alberi abbattuti, verde pubblico sacrificato, aria sempre più irrespirabile. Beni comuni dimenticati e abbandonati, come la piscina comunale, simbolo di ciò che si poteva fare… e non si è fatto. E soprattutto una comunità disillusa, dove i cittadini si sentono spettatori impotenti di scelte calate dall’alto. Ora scopriamo che tutto questo viene lasciato per “ambizioni regionali”.
Ma chi abbandona così la propria città, con che credibilità può presentarsi domani a rappresentare un’intera regione?
La politica è anche stile, coraggio, coerenza. Chi ha scelto oggi la fuga e il silenzio, ha dimostrato di non averne. La storia rispetta chi cade con dignità, non chi fugge per convenienza. Noi restiamo. Con la città. Per la città. A testa alta.
#LiberiamoFratta #FugaDallaResponsabilità #CittàTradita #SedieVuoteIdeeVuote #NoiNonScappiamo
