
di Gennaro D’Andrea
A Frattamaggiore, dove il dibattito sul rinnovamento politico si fa sempre più vivo, abbiamo intervistato il consigliere comunale Gennaro Alborino, da vent’anni uno dei protagonisti più influenti sulla scena amministrativa cittadina. Dalla sua prima elezione del 2005 con la Margherita, passando per la candidatura del 2010 con Forza Italia, fino alle ultime riconferme con i Popolari per una Città Ideale, ripercorriamo con lui i momenti salienti della sua carriera, cercando di carpire la sua visione sul futuro della città.
- Consigliere, nel 2005 lei è stato eletto per la prima volta con la Margherita, cosa ricorda di quel debutto politico e cosa la spinse a candidarsi?
- Ho sempre avuto una forte dedizione verso la politica attiva, ma la vera spinta arrivò con la candidatura a sindaco di Francesco Russo. La nostra era un’amicizia storica, cresciuti insieme nello stesso rione. Decisi di candidarmi per dare una mano concreta a un progetto in cui credevo, con entusiasmo e spirito di servizio.
- Nel 2010 scelse di candidarsi con Forza Italia. Cosa la spinse a quella scelta, e come valuta, a ragion veduta, oggi quella esperienza?
- La Margherita, partito a cui ero molto legato, scomparve fondendosi con i DS per dare vita al Partito Democratico. Non mi riconoscevo in quella nuova formazione, che ritenevo troppo spostata a sinistra per la mia visione da centrista convinto. Inoltre, nacquero divergenze amministrative con l’allora sindaco di centrosinistra Il passaggio a Forza Italia fu quindi una scelta coerente con la mia identità politica. Con il senno di poi, è stata un’esperienza formativa, anche nei momenti di confronto più acceso.
- Nel 2015, pur non essendo stato eletto, ha ricoperto il ruolo di assessore per l’intero quinquennio. Quali sono stati per lei i risultati più significativi di quel periodo?
- È stata, senza dubbio, la mia esperienza politica più bella. Ho lavorato su settori che amo: sport e associazionismo. Riportare il Napoli Calcio sul campo dello stadio Ianniello è stato un traguardo storico. Abbiamo visto squadre primavera di club internazionali come Liverpool, Manchester City e PSG calpestare il nostro manto erboso. Ma non solo: abbiamo dato impulso a tante realtà sportive locali, lasciando un’impronta che ancora oggi i cittadini ricordano. Anche il presidente Edo De Laurentiis, che ho rivisto recentemente, ha ricordato con affetto quel periodo.
- Nel 2020, lei è tornato in consiglio comunale con i “Popolari per una Città Ideale”. Cosa rappresenta oggi per lei questo gruppo? E come si è evoluto il suo impegno?
- I Popolari rappresentano un bellissimo progetto politico, nato con entusiasmo e buoni propositi. Purtroppo, forse il nostro errore più grande è stato non accompagnare la crescita di una nuova classe dirigente. Me ne sono reso conto quando, dopo le dimissioni dell’amico Camillo Pezzullo da assessore, ho cercato di coinvolgere alcuni giovani. Registrammo interesse, ma anche molta esitazione. Questo deve farci riflettere sul nostro ruolo di guida e di esempio.
- In questi ultimi giorni, sui social si leggono commenti che chiedono ai politici di lungo corso di farsi da parte per lasciare spazio ai giovani. Come risponde a queste critiche e qual è la sua visione sul tema “Ricambio Generazionale?
- Le critiche, se costruttive, sono sempre da ascoltare. Ritengo però che l’esperienza non sia un limite, ma una risorsa, soprattutto se messa al servizio delle nuove generazioni. Il vero errore sarebbe non favorire il passaggio di testimone. Per questo credo in un percorso condiviso. I giovani devono poter crescere, ma con il supporto di chi ha già vissuto certe dinamiche. Non servono rottamazioni, ma alleanze generazionali.
- Quali, secondo lei, le priorità da ritenere fondamentali per il futuro della città?
- La priorità assoluta è l’approvazione del PUC, il Piano Urbanistico Comunale. Senza una pianificazione seria e condivisa del territorio non possiamo garantire sviluppo, servizi ed accettabile qualità della vita alle future generazioni. È uno strumento fondamentale per programmare il futuro della città in modo ordinato, sostenibile e lungimirante.
- C’è un progetto in particolare che vorrebbe realizzare prima della fine del mandato?
- Sì, il mio obiettivo è portare a termine alcuni importanti progetti nel settore sportivo, come l’ampliamento delle strutture esistenti e la riqualificazione di quelle abbandonate. In particolare, vogliamo completare il palazzetto dello sport e la copertura del centro polivalente di via Rossini, che lo trasformerà in un vero e proprio secondo palazzetto. Altro obiettivo è quello di restituire la piscina comunale alla comunità. Uno spazio fondamentale non solo per lo sport, ma anche per la socialità e il benessere dei cittadini. Il mio obiettivo è consegnare ai tifosi della Frattese Calcio e alle scuole calcio cittadine strutture sportive dignitose, all’altezza della passione che dimostrano ogni giorno. I campi sportivi devono essere un luogo di aggregazione, crescita e identità per le nuove generazioni.
- Le recenti dimissioni del sindaco Marco Antonio Del Prete e la seduta comunale andata deserta hanno sollevato non poche polemiche tra i cittadini. Come interpreta lei questo episodio? E cosa pensa debba fare la politica locale per riconquistare la fiducia della comunità?
- Credo sia importante chiarire con serenità determinati aspetti. Cominciamo con lo stabilire che non esiste alcun obbligo di legge che imponga la convocazione del Consiglio per comunicare le dimissioni del sindaco. Tale procedura rispecchia un adempimento previsto solo dal nostro regolamento comunale. Il Presidente del Consiglio aveva comunque già informato tutti i consiglieri via mail, anticipando la convocazione. Non siamo davanti a una crisi politica, ma a una scelta personale del sindaco, legata a una possibile candidatura alle regionali, ancora non formalizzata. In questo contesto, molti consiglieri hanno ritenuto opportuno non partecipare a una seduta che non avrebbe aggiunto nulla di nuovo. Non è mancanza di rispetto, ma un approccio sobrio e razionale. Detto questo, è chiaro che la politica deve ritrovare il senso del dialogo con la cittadinanza. Solo con trasparenza, responsabilità e visione possiamo riconquistare la fiducia delle persone.
Ringraziamo il consigliere Gennaro Alborino per la disponibilità e la chiarezza con cui ha condiviso riflessioni, esperienze e prospettive. In un momento delicato per la politica cittadina. Il confronto resta uno strumento fondamentale per avvicinare istituzioni e cittadini, per costruire insieme il futuro di Frattamaggiore.

Ma nel PUC avete inserito anche l’ ospedale san Giovanni di Dio o lo avete regalato la Comune di Frattaminore???😳