Fin dalla loro prima installazione al corso Durante, avvenuta a ridosso dello scorso Natale, i famigerati “Parklet” (leggasi maxi panchine floreali) destarono non poche perplessità. Se non altro, perché in una città già terribilmente congestionata dal traffico veicolare, restringere ulteriormente una delle sue arterie principali, apparve subito una scelta azzardata per non dire folle.
Apparentemente l’opinione pubblica sembrava divisa in due. C’era chi criticava aspramente una scelta urbanistica decisamente scellerata, e chi (per partito preso) ne apprezzava sui social la bellezza e l’utilità, salvo poi, rispolverando in privato un famoso slogan del trio comico napoletano (i Tre Tre) confessavano il più classico dei … “ A me, me pare na strunzat!”
A conferma che si trattò effettivamente di una str…, leggerezza, ecco spuntare la “variante in corso d’opera” sancita dalla determina dirigenziale n. 232 del 14 luglio III settore Gestione del territorio a firma del “Magnifico” Vincenzo, dirigente del III settore subentrato a Domenico Raimo ribattezzato “il ragionier Casoria”. Nomignolo affibbiatogli probabilmente per l’incarico assunto proprio nella vicina città di Casoria. (forse!).
Ma perché i parklet sono stati una str… leggerezza?
Lo scopo principale, diciamocelo chiaramente, fin dall’inizio, non era quello di abbellire la città con un arredo urbano stile Cortina d’Ampezzo, visto che il progetto solo annunciato di una ZTL permanente laddove i parklet avrebbero avuto un senso, è rimasto puntualmente lettera morta.
Qualche mese fa, a pochi sfuggì un episodio che la dice lunga sul caso in questione. Al corso Durante “basso” gli operai della ditta Saporito Garden soc.coop. alla quale è stato affidato l’appalto, posizionarono paletti e transenne delimitando gli spazi sui quali avrebbero dovuto posizionare i parklet. Un’opera, opportuno ricordarlo, costata ai contribuenti la stratosferica cifra di 990 mila euro, mica bruscolini!


Ebbene, al momento del taglio dell’asfalto, gli attoniti operai appresero con stupore ed inevitabile ilarità il fatto che il taglio cadeva proprio sui tombini in ghisa posti sulla carreggiata. E chissà se il direttore dei lavori l’architetto Davide Russo ne fosse stato adeguatamente informato. Mistero!
Come da copione di un film tragicomico, di lì a poco fu nuovamente tutto smantellato. Via paletti e transenne. “Tutto sbagliato. Tutto da rifare” avrebbe chiosato il vecchio Gino Bartali. E “loro”, gli ineffabili amministratori locali “rifanno” cercando di metterci una pezza. Pezza che, come spesso capita, si rivela peggio del buco.
A ribadirlo a chiare lettere è l’ex assessore Giuseppe Pezzella di “Impegno per Frattamaggiore” che alla nostra richiesta di un commento sulla vicenda ci risponde laconico:
“Questa amministrazione non ne ha azzeccata una. Per rendersene conto della inadeguatezza di questa maggioranza, basterebbe andare a leggersi le determine che sforna, e in che modo avviene la narrazione.
Nella fattispecie scrivono che la variante in corso d’opera in oggetto, fa registrare una diminuzione di spesa rispetto al progetto iniziale, per altro mai approvato in materia di codice della strada, dagli organi competenti (Comando della Polizia Municipale).
Morale della favola: le panchine e le fioriere inutilizzabili per l’installazione sulla strada, sono state scaricate sul marciapiede antistante la sede del Banco San Paolo. Temo resteranno lì come monumento all’incapacità e allo spreco, almeno fino all’insediamento della prossima amministrazione”.
