Interpretare taluni silenzi non è da tutti. Ed in mezzo a quei “tutti”, ahimè, ci siamo oggi anche noi. In settimana su talune testate giornalistiche a diffusione regionale, a caratteri cubitali è stata sparata una notizia “a palle incrociate. Non a caso usiamo tale locuzione, poiché essa si adatta a molteplici interpretazioni, come giusto che sia nella fattispecie.
Il “metodo Gratteri” funziona. Accidenti se funziona. Certo più di un “danno collaterale” lo provoca, eccome. Funziona un po’ come la pesca a strascico. Avete presente come avviene tale modalità di pesca? Si lancia la rete con alle estremità delle pesanti zavorre, questa si posa sul fondo del mare e quando il peschereccio, nella fattispecie il P.M., ordina “avanti tutta”, la rete fa il pieno di pescato. Ovviamente dentro la rete ci rimane impigliato di tutto.
Una volta recuperati i “pesci grossi”, tutto il resto viene ributtato in mare. Ecco. Funziona così il metodo Gratteri. E a noi potrebbe anche andare bene. A chi finisce nella rete solo per differenti interpretazioni di controverse intercettazioni, un po’ meno. Ancora meno se poi, testate giornalistiche vicine (dicono) ad ambienti giudiziari, mischiano i fatti con fantasiose ricostruzioni sconvolgendo la realtà, prendendosi anche il lusso di inventarsi cose non vere come ad esempio coalizioni di liste elettorali mai esistite, o candidature mai presentate (carta canta… e villan dorme).
Ebbene, cominciamo ad elencare quindi il primo silenzio. Il nostro.
Restiamo silenti poiché sbigottiti e senza parole dinnanzi ad episodi che altrove avrebbero causato veri e propri terremoti politici. Ma siamo dove siamo.
Ma adiamo avanti a cercare di analizzare il perché di ben altri “silenzi”. Quello, ad esempio, di un intero consiglio comunale. Eppure di corvi e iene in attesa di provvedimenti pesanti ce n’erano. Niente. Nelle stanze dei Santi che urinano acqua benedetta dall’ombelico non si sente volare una mosca. Sarà perché negli articoli di taluni giornali e qualche TG, non è apparso (per il momento) il nome di un tecnico avvezzo a taluni magheggi? (Orta di Atella; Frattamaggiore; Casoria e il tour continua). Per la serie: Non scavare il letame perché la puzza potrebbe espandersi pericolosamente.
Il “terzo silenzio”, quello di inconsapevoli personaggi tirati in ballo, non si sa il perché, (ma con le comunali alle porte, noi un’idea ce la siamo fatta) si offre a diverse interpretazioni. Una di queste potrebbe essere quella di non chiedere neppure la smentita poiché equivarrebbe ad una notizia riportata per la seconda volta (sono molti i lettori che si soffermano ai soli titoli). L’altro motivo è quello che sia già partita la querela per diffamazione verso giornalisti troppo disinvolti.
Il quarto silenzio? Quello della maggior parte dei cittadini che di questa storia, proprio grazie ad una informazione semi inesistente, quando non è di parte, o “economicamente interessata”, non ci ha capito ancora una beata mazza. E non gli si potrebbe dare certo torto vista come nasce la storia, come viene gestita dagli inquirenti e soprattutto, in che modo viene data in pasto all’opinione pubblica.
Se è vero, come è vero che “i ladri non hanno colore politico”, è un dato di fatto quello che vede da una parte, una regione e la stragrande maggioranza dei propri comuni governati dalle sinistre con l’appoggio incondizionato finanche di “toga rossa”, e nel contempo, dall’altra parte si assiste all’incredibile fuggi fuggi in un centrodestra, dove a pochi giorni dalla presentazione delle liste per il rinnovo del consiglio regionale a Palazzo Santa Lucia, non si riesce a trovare uno straccio di candidato alla presidenza, neanche a pagarlo a peso d’oro. Ma questa è un’altra storia, anche se parecchie attinenze (ed influenze) molto hanno a che fare con i troppi silenzi a cui è costretto a soggiacere lo sfortunato popolo di questa regione, ed in particolare modo quello che risiede nella provincia a nord di Napoli.
