La Giunta di Frattamaggiore autorizza “atti illegittimi”. Scuole ancora tagliate fuori. “Delibera nulla” Il sindaco Marco Antonio Del Prete e l’assessore Agnese Caserta approvano un atto privo di efficacia giuridica. “Decisione inspiegabile. La Regione aveva già detto no”.

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Ennesima delibera che, proprio non regge. Né sul piano politico né su quello giuridico. La Giunta comunale di Frattamaggiore, guidata dal Sindaco Marco Antonio Del Prete, ha approvato un provvedimento che “autorizza” il Circolo Didattico “Enrico Fermi” ad attivare una prima classe di scuola secondaria a partire dall’a.s. 2026/27, come primo passo verso la costituzione di un Istituto Comprensivo.

Un atto che, alla luce delle norme vigenti, risulta privo di qualsiasi valida copertura normativa. Un atto giuridicamente nullo. I termini della questione sono semplici:

Un Comune non può istituire o autorizzare nuove classi o trasformazioni di ordini scolastici.

Le materie dell’assetto e del dimensionamento della rete scolastica, (opportuno ricordarlo), appartengono alla competenza regionale e si attuano su proposta dell’Ufficio Scolastico Regionale, come previsto dalla normativa sul dimensionamento e dall’ordinamento scolastico. Pertanto la deliberazione comunale è viziata da evidente incompetenza assoluta e non può che essere considerata nulla.

Un atto emesso da un organo che non detiene la materia di cui si è occupato, è un “autorizzazione” che, in termini giuridici, non produce effetti. Ma è una scelta che divide, indigna e sorprende.

A sorprendere in particolare è il momento, oltre al metodo. Solo pochi mesi fa la Regione Campania aveva chiarito l’inutilità di interventi di nuovo accorpamento nella rete scolastica locale; lo stesso sindaco Del Prete aveva pubblicamente condiviso questa linea. Eppure oggi si cambia rotta, non per iniziativa regionale né nell’ambito di un piano condiviso, ma su impulso di una singola istanza di un unico dirigente scolastico, senza tavoli di concertazione con le altre scuole interessate.

Le realtà direttamente coinvolte e potenzialmente danneggiate sono: la Scuola Media Statale “M. Stanzione”, il IV Circolo Didattico “G. Marconi”;, l’I.C. “G. Genoino” e l’I.C. “Capasso-Mazzini”, è cioè tutte le altre scuole frattesi!

Proprio la Prof.ssa Fernanda Manganelli, Preside del l’I.C. “Capasso Mazzini”, contattata dalla nostra redazione, esprime amarezza e preoccupazione: “È la seconda volta in pochi mesi che si tenta di modificare la rete scolastica frattese senza alcuna istanza regionale e senza alcun motivo. Già in passato un’iniziativa simile, sostenuta sempre dall’Assessore Agnese Caserta, rischiò di indebolire l’offerta formativa. Solo l’intervento del sindaco e della Regione evitò il peggio. Le scuole di Frattamaggiore non hanno bisogno di accorpamenti, ma bensì di manutenzione, di aule sicure e attenzione concreta. Questo è ciò che il Comune dovrebbe fare.” Parole che sintetizzano il sentimento diffuso tra i dirigenti scolastici, convinti che l’Assessore Caserta e con lei l’intera amministrazione, stia perdendo di vista la realtà dei bisogni educativi della città.”

A rendere la vicenda ancora più grave è la posizione dell’Assessore comunale Veronica Marzano. Stando infatti alla documentazione in nostro possesso, e alle dichiarazioni raccolte, l’assessore ha partecipato alla votazione sulla delibera pur essendo dipendente di una scuola direttamente interessata dal provvedimento. Circostanza questa, che configura un palese conflitto di interessi.

Le norme di buona amministrazione e trasparenza sanciscono il principio dell’astensione per chi si trova in una condizione di possibile vantaggio o pregiudizio personale. Un obbligo di comportamento che tutela la neutralità dell’azione pubblica e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La mancata astensione da parte di un amministratore in tale posizione non è solo un problema etico-politico, ma apre la strada a contestazioni formali, ricorsi amministrativi ed eventuali verifiche da parte degli organi di controllo, tanto che la delibera è all’attenzione anche del Prefetto di Napoli, oltre che del Ministero, dell’Ufficio scolastico regionale e del l’Assessorato alla pubblica Istruzione della Regione Campania.

Oltre alla nullità giuridica, il provvedimento appare politicamente miope. Procede infatti senza ascoltare le scuole, ignora le priorità reali (manutenzione, sicurezza, servizi) e arriva in un clima pre-elettorale che aumenta il sospetto di scelte ispirate più a logiche di consenso che a valutazioni di interesse generale.

Le scuole di Frattamaggiore hanno bisogno di risposte concrete, non di slogan e delibere simboliche. Hanno necessità di interventi materiali su aule, impianti e sicurezza, prima di ogni altra cosa. È su questo che la politica locale dovrebbe essere chiamata a misurarsi, invece che su atti destinati, per legge, a non produrre effetti, se non quelli mirati alla campagna elettorale.

Nel frattempo, che la delibera resta sospesa in un limbo giuridico, cresce il malcontento tra famiglie e docenti.

C’è qualcosa di profondo che, palesemente, non funziona, ed è quando un’amministrazione comunale preferisce la logica dell’imposizione a quella del dialogo. A Frattamaggiore, la scuola non chiede privilegi, ma rispetto, ascolto, collaborazione. Invece si trova di fronte a delibere improvvisate, redatte in solitudine, che ignorano non solo la legge, ma anche il buon senso istituzionale. L’assessore Agnese Caserta ha scelto indubbiamente la via più breve, ma anche la più sbagliata, intervenendo dove non può, e non intervenendo dove dovrebbe.

Mentre le aule cadono a pezzi e le famiglie attendono risposte sulla manutenzione e la sicurezza, il Comune discute di atti che non produrranno altro che confusione. Il sindaco Marco Antonio Del Prete farebbe bene a fermarsi un attimo, riascoltare le scuole, e ricordare che l’autonomia scolastica non è un capriccio, ma una conquista della democrazia, perché amministrare, in fondo, significa servire la comunità, non dettare legge.

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