Il frenetico lavorio delle ultime settimane nelle segreterie del Partito Repubblicano, sia quella regionale che quella provinciale, avevano lasciato sperare in una presenza della storica “foglia verde” nella imminente competizione elettorale per Palazzo Santa Lucia del prossimo 23 novembre, ma evidentemente, così non sarà.
La riunione che lo scorso venerdì si è tenuta nel capoluogo partenopeo, ha visto nomi impegnativi riuniti intorno ad un tavolo dove il coordinatore provinciale Carmine Pezzullo ha posto le basi per il rilancio del Partito Repubblicano sulla scena politica provinciale.
Alfredo Ponticelli, Rosario Langella, Clemente Navatti, Pino De Angelis e Prof. Sammarino fra i relatori intervenuti. Il Partito Repubblicano, visto anche l’accordo con Azione di Calenda, non sarà della partita, ma pone oggi le basi per affrontare subito dopo il 23 novembre, importanti battaglie per le amministrative comunali che fra poco meno di un anno, interesseranno molti comuni a nord di Napoli. Ripartire dal radicamento territoriale sarà prerogativa imprescindibile per chi sarà chiamato a dare continuità ad una storia nobile che ha scritto pagini importanti della politica italiana.
L’intervista al coordinatore provinciale del PRI Dott. Carmine Pezzullo
– L’incontro di venerdì scorso a Napoli viene letto come l’annuncio di una lista del Partito Repubblicano che sarà impegnata nelle imminenti elezioni regionali in Campania. Se così fosse, nell’obbligata ottica bipolarista, dove vedremo collocato lo storico simbolo della “foglia verde”?
– La ritrovata unità delle anime del PRI ci consente un più solido sostegno ai candidati a noi vicini. Valutata l’attuale proposta politica e facendo fede al patto federativo con azione non riteniamo opportuno presentare una lista con il simbolo del PRI in queste ipotesi di alleanze.

– Da troppo tempo la politica nazionale e soprattutto regionale, sembra essersi appiattita esclusivamente sui personalismi e sempre più distante dalle idee e dai principi che l’anno contraddistinta fino a qualche tempo fa. Non esistono più le “scuole di partito”, le sezioni, le organizzazioni giovanili. Quali secondo lei i motivi di questa trasformazione culturale?
– Il personalismo dei leader laddove non trascende nel familiare ha purtroppo impedito la crescita di una classe politica in grado di esprimere e rappresentare opportunamente nelle istituzioni il buon governo della cosa pubblica. Il PRI ha tenuto viva la propria scuola di formazione politica e sta lavorando alla presentazione di candidati che saranno in grado di raccogliere il proprio consenso nell’astensionismo di quanti non riconoscono di legittimare con il proprio voto questi politici.
– In un Paese dove ci si divide anche sulla “pizza Margherita” e dove i social offrono la nuda trasposizione di una società oggettivamente fallita, come si può pensare di riportare le lancette indietro in un tempo quando, taluni motti mazziniani infiammavano i cuori, ad esempio come quello di “Pensiero ed Azione”?
– Il PRI è al passo con i tempi e segue l’evoluzione della società italiana nel progredire degli anni. Il libero pensiero e l’agire finalizzato alla realizzazione dello stesso sono valori perenni. Quando invece, la politica manipola principi valori ed ideali possiamo ben vedere come i cittadini disertano le urne. La partecipazione è l’agire degli elettori che condividono e sostengono un pensiero che incarna degli ideali universali.
– Che affinità potrebbero mai esserci in Campania fra il PRI e i due rispettivi schieramenti che vedono il centrosinistra col PD e il M5S da una parte, e un centrodestra orfano oramai della vecchia classe dirigente di A.N. e con Forza Italia che dopo l’assessore deluchiano Nicola Caputo, sta per fare il pieno di transfughi del partito della Shlein?
– Nessuna affinità! Né a destra né a sinistra, ma orgogliosamente repubblicani. Il senso dì responsabilità del nostro partito ci impone come primo dovere di avere a cuore gli interessi del nostro Paese e dei nostri cittadini, lontani da ogni opportunismo politico e cambiamenti variopinti di qualsivoglia schieramento. Chi non condivide il programma politico del PRI non può sperare nessuna alleanza con noi. Anche da soli, porteremo avanti le nostre idee.
– Quali secondo lei le priorità a cui mettere mano in regione Campania? Sanità, Trasporti, Lavoro, Ambiente, Infrastrutture, lotta alla criminalità e al malcostume. Insomma, quelle che da decenni, non solo hanno trovato mai soluzioni, ma che non sono mai state affrontate seriamente dalle amministrazioni che si sono succedute.
Il PRI ha già stigmatizzato sui vari tavoli la colpevole indifferenza della regione Campania nel saper risolvere efficacemente la crisi del settore trasporti che lascia i cittadini nel tormento del quotidiano disagio. Sono stravaganti le priorità date da questa amministrazione ad altri settori non strategici, mortificando i cittadini anche nella dispersione delle proprie risorse finanziarie. Nel settore sanitario non basta annunciare nuove strutture laddove decenni di abbandono, anche di quelli esistenti, non comprovano una efficace attività dell’assessore competente. Il problema sociale della criminalità va gestito, laddove non si è stati evidentemente capaci di creare nuovi insediamenti produttivi, almeno di difendere quelli esistenti. Sul malcostume, basterebbe purtroppo, andarsi a rileggersi la voce “nepotismo”.

Bene Carmine, prosegui nella cultura Repubblicana senza se senza ma.