Frattamaggiore: L’intervista integrale alla Consigliera Comunale Angelica Argentiere DALLA PALESTINA ALLO SPERPERO DEI FONDI DEL PNNR, PASSANDO PER LE QUOTE ROSA. LIBERIAMO FRATTA "NE HA PER TUTTI"

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In una Frattamaggiore dove da anni non esiste più il centro destra, c’è una sinistra minoritaria, ma autentica, che fa il suo dovere. Abbiamo avuto modo di intervistare Angelica Argentiere spaziando sulle tematiche più disparate e, con un indiscusso senso critico, ma costruttivo, ne è venuta fuori una nitida fotografia di quello che una sinistra degna della sua storia, dovrebbe essere. Qui di seguito l’intervista integrale e senza i tagli resi opportuni per motivi di spazio, sul cartaceo in distribuzione domani venerdì 31 ottobre, nelle edicole

 

  • Ancora una volta è Liberiamo Fratta a dare segnali di vita dai banchi di una opposizione sostanzialmente appiattita. Lo fa accendendo i riflettori sull’ennesimo sperpero rappresentato da una sorta di “bagnarola” che avrebbe voluto essere, almeno nel progetto, una pista per skateboard piazzata nel quartiere di via Rossini. Dopo i famigerati “Parklet” adesso anche la “bagnarola”. Voi di Liberiamo Fratta, ne eravate a conoscenza di questi progetti che saranno pagati dai fondi del PNNR?
  • Direttore, proprio in questa sua domanda si nasconde la misura esatta del grado di trasparenza e democrazia di questa Amministrazione. ​Il fatto stesso che un consigliere comunale, espressione di una parte dei cittadini, non sia a conoscenza di progetti come la “bagnarola” o i “Parklet”, che vengono poi realizzati sul territorio e pagati con fondi pubblici, è un segnale estremamente preoccupante. Non è ammissibile che l’opposizione, che ha il dovere di controllo e garanzia per la cittadinanza, venga a conoscenza di opere solo a cose fatte. Questo bypassa le normali dinamiche democratiche di confronto e dibattito in Consiglio. 
    La “bagnarola” istallata nel quartiere di via Rossini a Frattamaggiore. Avrebbe voluto essere una pista da skateboard

    Noi di Liberiamo Fratta non eravamo a conoscenza di questi dettagli progettuali e finanziari, e questo per noi è il sintomo più grave: un’Amministrazione che non coinvolge neanche i propri consiglieri non sta governando in modo democratico e partecipato. Stiamo parlando di soldi di tutti, che vengono spesi per progetti che, al momento, sembrano solo l’ennesimo spreco di denaro pubblico. Ancora più paradossale che spesso nemmeno la maggioranza è a conoscenza di queste progettazioni e se lo sottolineiamo ci danno pure contro. Contenti loro! Sicuramente è più “imbarazzante” per chi è deputato al governo della città non conoscere i progetti. Per noi la logica di “progetti calati dall’alto” non è funzionale: non si governa la città senza la città. Si prende la decisione in una ristretta stanza dei bottoni e si procede, ignorando il principio fondamentale della concertazione. Il vero problema non è solo l’opposizione, ma l’esclusione degli utenti finali, i cittadini di via Rossini e tutti gli altri residenti. Sono loro che devono vivere e utilizzare lo spazio pubblico, e dovrebbero essere parte attiva nella definizione di progetti urbani, soprattutto se costosi e potenzialmente inutili come la struttura per skateboard che lei definisce “bagnarola”. Il risultato di questa mancanza di trasparenza e concertazione è spesso lo sperpero di risorse, in questo caso addirittura fondi PNRR che dovrebbero essere utilizzati per investimenti strategici e duraturi. Opere non condivise con la cittadinanza rischiano di restare vuote, inutilizzate, e diventare il simbolo della disconnessione tra Amministrazione e realtà.

  • La vostra è una lista civica espressione comunque di sinistra. Alle ultime europee deste un chiaro indirizzo di voto appoggiando l’europarlamentare Sandro Ruotolo. In queste strane regionali, il vostro gruppo appoggerà qualcuno o darete libertà di scelta al vostro elettorato?
  • È significativo che in uno scenario dove persino gli iscritti di partiti storici sembrano reticenti nel sostenere apertamente i propri candidati alle prossime elezioni regionali, si registri un interesse così marcato e una pressione sulla nostra lista civica che ha sempre operato con la massima chiarezza sulla propria scala valoriale. Le nostre posizioni, l’impegno sui temi sociali, ambientali e di legalità, hanno naturalmente trovato affinità con l’area che genericamente viene definita “di sinistra” e che, in alcune occasioni come le Europee, ci ha portato a sostenere figure di alto profilo e specchiata onestà come Sandro Ruotolo. Questo non è un mistero; è la conseguenza del nostro impegno civico e della nostra coerenza. Il nostro gruppo, al momento, non darà un appoggio ufficiale e vincolante a nessun candidato o schieramento. Riteniamo che in questo momento di grande confusione e frammentazione, il nostro ruolo sia mantenere la barra dritta sui temi con un invito alla responsabilità. Voglio concludere con le parole di Italo Calvino ne Le città invisibili, che mi sembrano quanto mai attuali in questo panorama politico: ” cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” Il nostro invito al nostro elettorato è proprio questo: riconoscere chi e cosa, in questo “inferno” di promesse vuote. Questo è il mandato di coscienza e la bussola valoriale che offriamo.
  • In una assise come quella composta dall’amministrazione comunale di Frattamaggiore, espressione totalmente di centro sinistra, con ben 12 consiglieri del PD, più sindaco, più voi di Liberiamo Fratta e, come se non bastasse, anche la sinistra di Francesco Russo, per quale motivo fu di fatto negato l’atto formale di riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’amministrazione comunale?
  • L’assenza all’ordine del giorno di una richiesta di inserimento del riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di un’Amministrazione comunale che si definisce totalmente di centro-sinistra – con ben 12 consiglieri PD, il Sindaco, e le civiche che compongono il consiglio comunale — è un fatto che va oltre la semplice mancanza formale. È una grave omissione politica e morale. È una contraddizione evidente: Il Partito Democratico, a livello nazionale, ha più volte espresso pubblicamente l’urgenza di riconoscere lo Stato di Palestina come “essenziale per la pace vera” e ha sostenuto mozioni e iniziative in tal senso, sollecitando il Governo italiano ad agire. Molti Comuni e istituzioni in Italia, anche limitrofi o di dimensioni comparabili, hanno votato all’unanimità o a larga maggioranza mozioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina. L’immobilismo di Frattamaggiore, in questo contesto, è un segnale politico retrogrado e inspiegabile. Noi allo scorso consiglio comunale non abbiamo preso parte ai lavori per la reiterata mancanza di rispetto nei confronti dei luoghi istituzionali e della cittadinanza e rimane atto grave che comunque il civico consesso una volta insediatosi abbia di fatto negato anche la sola discussione di tale atto formale. Chiediamo: per quale motivo? Quali sono le ragioni politiche, etiche o di opportunità che hanno portato questa maggioranza di centro-sinistra a ignorare il dramma e a contraddire la linea del proprio stesso partito a livello nazionale? Non aver inserito la richiesta all’ordine del giorno equivale a voltare le spalle alla tragedia in corso, ignorando la sofferenza di un popolo che lotta per l’autodeterminazione e la dignità. Anche se lo sappiamo che la competenza del riconoscimento è di esclusiva pertinenza del Governo nazionale.
  • Dal web e dai social e, cosa più grave, sono scomparse le riprese in streaming delle sedute di consiglio comunale. Un servizio al quale i cittadini impossibilitati a seguire dal vivo i lavori dell’assemblea, si stavano giustamente abituando. Avete, come gruppo consiliare, chiesto contezza al presidente del consiglio comunale e al garante per la trasparenza del perché dello strano caso?
  • Come gruppo consiliare di minoranza, siamo consapevoli che favorire la partecipazione dei cittadini più che pilastro è una vera infrastruttura della democrazia pertanto non mancherà nostra nota al Presidente del Consiglio Comunale, in quanto responsabile della gestione dell’Assemblea e al Segretario Generale in quanto responsabile per la Trasparenza affinché vigili sul rispetto delle normative. A nostro avviso, la situazione evidenziata non è solo un problema di disattenzione o inefficienza amministrativa. Riteniamo sia un segnale preoccupante di un potenziale tentativo di opacità e distanziamento dalla cittadinanza anche perché non riguarda solo lo streaming che non è più visibile in rete al termine della seduta, è un problema endemico di questa amministrazione:  anche i resoconti stenografici ufficiali delle sedute di Consiglio Comunale (i verbali dettagliati dei lavori per intenderci con dichiarazioni, interventi e voti), non vengono pubblicati tempestivamente sul sito istituzionale dell’Ente rendendo quindi impossibile la verifica puntuale e in tempo utile di quanto discusso e deliberato. Anzi dirò di più abbiamo avuto modo di appurare anche tra gli ultimi resoconti visibili sul sito che non riportano nemmeno integralmente parte del consiglio, di dicembre di due anni fa(infatti non votammo l’approvazione dei verbali precedenti nella Seduta successiva) proprio perché il resoconto era manchevole di una questione importantissima di una lettera della dirigente del II Settore indirizzata a tutti i consiglieri comunali che sembrava quasi un grido disperato per “evitare il rischio di certe e pesanti responsabilità in capo a tutti”. Caso ha voluto che proprio in quel momento i registratori della ditta non registravano e confidando nella trascrizione dallo streaming, nemmeno lì era disponibile la ripresa.
  • Le faccio una domanda cattiva. Che ne pensa delle “quote rosa” in generale, e poi, come giudica il lavoro svolto dall’attuale giunta, per lo più composta da donne?
  • Grazie per la domanda. In qualità di consigliera di minoranza e in rappresentanza di un gruppo consiliare solo femminile, colgo l’occasione per esprimere una posizione che va oltre il concetto stesso di “quote rosa” che è un’espressione intrinsecamente problematica. Pur nascendo con l’intento di riequilibrare la rappresentanza, finisce per etichettare la presenza femminile come una mera riserva numerica, un obbligo da adempiere e non un riconoscimento di competenza e merito. Questa terminologia, nella sua accezione più diffusa, suggerisce in partenza un gap, sottintendendo che la politica sia per natura un ambito “fatto solo da maschi”. Inoltre, le preferenze femminili sono talvolta strumentalizzate, diventando uno strumento di controllo del voto da parte di logiche partitiche maschili consolidate, piuttosto che un’effettiva spinta all’autonomia e alla leadership delle donne in politica. Le donne non devono essere “voti da controllare”, ma protagoniste autorevoli. Per quanto riguarda l’attuale giunta, in maggioranza composta da donne, il mio giudizio, in quanto membro della minoranza, non può che essere di merito e politico, e mai di genere. Al di là delle indubbie capacità personali delle singole assessore, dal mio punto di vista politico e d’opposizione, ritengo che l’azione di questa Giunta (nel suo complesso) non abbia finora soddisfatto le aspettative deliberando atti che ci chiamano a ratificare in consiglio che non ravvedono la necessità e l’urgenza di interventi e spesso vengono presentate non per le professionalità che hanno ma pi§ per il consigliere che le ha proposte.
  • Mi perdoni se insisto sul “pianeta donna”, ma servirà, credo, a sgombrare il campo da eventuali discrasie dovute a taluni retaggi culturali. Quali sono i vostri rapporti, intesi come gruppo consiliare, con le vostre colleghe in seno al consiglio comunale? In sintesi, mentre voi apparite “autonome” nelle vostre scelte e linee politiche, sembra che per altre vostre colleghe, non si possa dire altrettanto. E’ una mia impressione ovviamente?
  • Devo innanzitutto sottolineare che, per quanto riguarda le iniziative che toccano specificamente il “pianeta donna” e le politiche di genere, lo spirito del nostro gruppo consiliare è stato sempre e indiscutibilmente costruttivo e collaborativo, trovando convergenza con le colleghe Amatucci e Valentino, indipendentemente dalla loro appartenenza politica. ​Lei mi chiede di sgombrare il campo da eventuali retaggi culturali e “diseguali autonomie”. A tal proposito, vorrei evidenziare i fatti che dimostrano la nostra sensibilità e il nostro impegno per la valorizzazione del ruolo femminile in politica, ben prima delle recenti polemiche: già al momento dell’insediamento del Consiglio, il nostro gruppo consiliare ha dato un segnale forte e inequivocabile proponendo una donna per la carica istituzionale di Presidente del Consiglio Comunale non solo come gesto formale, ma una scelta politica precisa. Infatti vorrei ricordare nelle polemiche di sessismo all’ indomani della nomina della dottoressa Amatucci come Capogruppo del Partito Democratico, come la stessa fu votata da noi come presidente dell’assise. ​La nostra forza è che le nostre scelte e linee politiche nascono da un dibattito interno franco e onesto, e che non operiamo con direttive esterne che non tengano conto delle nostre sensibilità e della nostra visione.​

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