Sindacati, collettivi e minacce: il ritorno dell’eversione rossa? La sinistra minaccia e riparte da Roma: "blocchiamo tutto"

Spread the love

Il sindacato di base Usb minaccia, in nome della Palestina: “La parola d’ordine ‘blocchiamo tutto’ tornerà in tutto il Paese”. I Pro-Pal pronti a scendere in piazza in oltre 100 città italiane, Roma nel mirino, mentre gli Atenei e le scuole diventano terreno fertile per l’estremismo. Giorgia Meloni non ci sta e denuncia all’ONU il clima eversivo che si sta diffondendo. L’atmosfera è sempre più tesa e in alcune città spuntano scritte minacciose contro la Premier.

Era nell’aria l’escalation voluta dalla sinistra. Il 22 settembre, in circa 80 piazze italiane, hanno avuto luogo le proteste pro-Palestina che, soprattutto a Milano, Roma, Torino e Napoli sono degenerate nel caos e distruzione. 76 sono stati gli agenti feriti, numerosi i danni a strade e stazioni, pesanti le ripercussioni sui trasporti pubblici e la vita cittadina. A Milano in particolare, oltre all’assalto alla Stazione, alcuni manifestanti hanno scritto su una vetrina “Spara a Giorgia”. Un chiaro riferimento alla Presidente del Consiglio. Tra gruppi estremisti, assalti, foto bruciate della Premier e minacce varie, è arrivata una condanna che suona più come un obbligo di facciata che come un vero atto politico. Elly Schlein, segretaria del PD, ha dichiarato: “Non ho alcuna difficoltà a condannare la devastazione della stazione e il ferimento degli agenti”.

Nel frattempo c’è chi getta ulteriore benzina sul fuoco con l’unico obiettivo di cavalcare il malcontento su Gaza per attaccare il Governo. Il sindacato di base Usb, ha rilanciato in data 24 settembre: «Proclameremo un nuovo sciopero generale e questa volta lo faremo senza preavviso. La parola d’ordine ‘blocchiamo tutto’ tornerà in tutto il Paese». Parole pesanti, pronunciate nel corso della conferenza stampa a Montecitorio, indetta dal Global Movement to Gaza Italia. L’obiettivo, come spiegato dal sindacato, è quello di mobilitare oltre 100 piazze: “Roma piazza dei cinquecento sarà presidio permanente per Gaza. E sarà così in tutta Italia. Organizzeremo 100 piazze per Gaza”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha risposto con fermezza a quella che sembra una provocazione: «Da irresponsabili. Non permetteremo che blocchino il Paese e lo portino nel caos».

Non solo le piazze. L’estremismo rosso, sempre in nome della Palestina, ormai più simile ad un pretesto che ad una reale causa di battaglia, si espande anche nel mondo dell’istruzione. A Roma il Liceo Rossellini è stato occupato dal collettivo OSA, che ha dichiarato alla stampa: “Occupiamo la nostra scuola come momento di opposizione al nostro governo, un governo complice di questo genocidio”. Un linguaggio forte, che travalica il diritto alla protesta e suona più come un atto di propaganda politica radicale.

Anche le proteste universitarie si tramutano in veri e propri atti di intimidazione. All’Università di Firenze, ad esempio, sono apparse scritte antisemite sui muri e si teme per la professoressa Silvia Guetta, docente di Pedagogia generale e sociale, già in passato contestata per aver collaborato con atenei israeliani ed essere stata promotrice di progetti contro l’antisemitismo. All’Università di Genova, il rettore ha denunciato diversi studenti per occupazione e interruzione delle lezioni. Attività che si moltiplicano, spesso con la complicità dell’autorità accademica.

Nel mezzo di questo clima che ricorda il ’68, la Premier Meloni ha denunciato l’uso strumentale del conflitto in Medio Oriente per attaccare il suo Governo: “Trovo oggettivamente irresponsabile usare la sofferenza a Gaza per attaccare il governo”. Parole pronunciate durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.

Una denuncia che ha trovato subito conferma grazie ad un messaggio intimidatorio apparso a Torino, precisamente su un pilastro della stazione di Porta Susa: “Meloni come Kirk“. Una frase inquietante, che richiama all’uso della violenza. Ci si pone dunque una domanda: la sinistra vuole tornare ai tempi dell’eversione?

Sta di fatto che la protesta è ormai degenerata in minaccia, violenza, intimidazione, oltre che in occupazione sistematica degli spazi pubblici e scolastici. Il fatto che, dopo un lungo letargo, i sindacati si siano svegliati, resta uno degli esempi plateali di come la questione Gaza venga strumentalizzata per scopi puramente politici. Un’operazione che manca di rispetto alla causa in sé. Nel mezzo della preoccupazione per il clima teso, rimane perlomeno qualche risata nel vedere Landini e simili atteggiarsi a masanielli in nome della Palestina. Il Segretario Generale della CGIL, dopo aver abbandonato milioni di lavoratori in nome del green pass ed essere andato a braccetto con il tecnocrate Draghi, ora si riscopre rivoluzionario. Misteri della vita.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *