Non sono bastare ben due dettagliate richieste protocollate, una in data 25 settembre, firmata dai consiglieri comunali Nello Rossi, Luigi Vitale e Raffaele Parolisi, spedita anche ai presidenti di commissione, e la seconda protocollata il 6 ottobre dopo gli accorgimenti e le correzioni “consigliate” dal presidente del consiglio comunale Aniello Di Marzo.

Delle due richieste ce ne occupammo anche noi del Corriere delle Città nei due distinti articoli. Quello del 25/10/2025 e quello del 6/10/2025
Richiesta, quest’ultima contrassegnata con numero di protocollo 28404 del 06/10/2025, che vedeva aggiunte, alle firme di Rossi, Vitale e Parolisi, anche quelle di Francesco Russo, Domenico Di Marzo e Teore Sossio Grimaldi.

Eppure, dopo l’entusiasmante manifestazione di piazza organizzata da Cantiere Giovani sul piazzale antistante il Comune, la scorsa settimana, tutto faceva presagire ad una soluzione ampiamente condivisa sulla volontà di produrre quell’atto simbolico, ma di grande significato politico che è il riconoscimento dello stato palestinese.
E presumiamo, con cognizione di causa, che anche il gruppo di Liberiamo Fratta, avrebbe accolto con soddisfazione un riconoscimento in tal senso, ma le cose, (ahinoi), sono andate diversamente.
In realtà, di questa mozione, se ne era discusso molto, ed anche animatamente al primo piano della casa comunale la scorsa settimana. Tutti d’accordo ad eccezione del consigliere Pasquale Aveta che non ha usato mezzi termini nel bocciare l’iniziativa in quanto convinto che Israele avesse più diritti dei palestinesi ad occupare con i coloni, quelle terre. Ma questa è un’altra storia.
Tornando al meritorio atto formale del riconoscimento dello Stato della Palestina, proposto dai 6 firmatari, sembra che il “non luogo a procedere” sia stato dovuto ad un banale capriccio del sindaco Marco Antonio Del Prete. – “La mozione la presento io da solo”– queste le perentorie parole che avrebbero chiuso ogni altro tipo di soluzione condivisa.
Non sarebbe quindi andato giù al primo cittadino il fatto di essere stato preceduto nella richiesta di un consiglio comunale monotematico sul riconoscimento dello Stato palestinese, ma neppure dopo, quando l’atto è stato corretto e ripresentato regolarmente dai sei consiglieri. Insomma, quella richiesta, anche se avesse passato al “document check” tutti gli esami burocratici del caso, non sarebbe comunque passata.
L’incomprensibile ritardo, di quasi due ore, ha fatto si, che il consiglio comunale si svolgesse senza l’opposizione del gruppo di Liberiamo Fratta e di altri consiglieri visibilmente contrariati dall’atteggiamento di un sindaco che è apparso nei suoi interventi, decisamente più nervoso del solito, tant’è che anche il povero presidente del consiglio Aniello Di Marzo, non riusciva a smettere di balbettare, non sapendo più cosa inventarsi per cercare di coprire i capricci del giovane sindaco in preda oramai sull’orlo di crisi di nervi. Per cosa poi? Per nulla!
Insomma, si sarebbe trattato della classica “tempesta in un bicchier d’acqua”. Alla fin fine, era solo di una questione di primogenitura. Un capriccio.
Non è dato a sapersi se “il giovane Commodo”, così ribattezzato in città, Marco Antonio Del Prete, darà mai corso alla richiesta di mozione presentata dai 6 consiglieri. Un vero peccato dopo le belle parole spese durante la manifestazione in piazza Umberto sull’accoglienza di 50 famiglie palestinesi a Frattamaggiore. Anche perché di vani disponibili in città, dopo tanto costruire, adesso ce ne sono decisamente in abbondanza.
