Sono trascorsi sei mesi dal nostro scoop sui loculi del consorzio cimiteriale Frattamaggiore-Frattaminore-Grumo Nevano. Loculi acquistati con l’ausilio di bollettini postali falsificati, meglio conosciuti come “pezzotti”.
Era il 26 ottobre dello scorso anno, ed in prima pagina riportammo a caratteri cubitali, fra l’altro, anche le rassicuranti dichiarazioni del segretario generale, nonché garante alla trasparenza e direttore generale dell’Azienda consortile Ambito 17 Dr. Pietro Dragone, il quale durante la seduta consiliare del 22 ottobre 2024, allorquando si toccò la delicata tematica, facilitato dalla sua sorprendente somiglianza con l’attore americano Ron Jeremy, esordì in maniera cinematografica rassicurando tutti:
“Resto basito da quanto riporta la stampa, “I conti sono a posto”.

Visti però i risvolti acclarati dalla deliberazione numero 4 del 21 marzo 2025 avente come oggetto “la procedura di revoca delle concessioni di diversi manufatti oggetto di irregolarità connesse al pagamento degli oneri concessori – atto di indirizzo”, evidentemente il Dr. Dragone si sbagliava.
Il documento riguardante le revoche delle assegnazioni dei loculi datato 25 marzo 2025, diviene di dominio pubblico solo dopo 23 giorni essendo pubblicato all’albo solo il 17 aprile. Il giorno seguente, venerdì 18, contattiamo telefonicamente uno degli ex presidenti del Consorzio Cimiteriale, Franco Di Carlo al quale chiediamo una intervista sulla questione. Ci risponde che non rilascia interviste, e ci liquida con queste parole: “Faccio l’imprenditore, non faccio politica. Ho ricoperto quella carica solo per fare un favore a Marco”. Palese il fatto che si riferisse all’attuale sindaco di Frattamaggiore Marco Antonio Del Prete.
Il gran lavoro degli inquirenti, Guardia di Finanza in primis, ha portato alla revoca di assegnazione dei primi 50 loculi, scoperchiando, al momento, solo quella che appare come la punta di un gigantesco iceberg, in quanto, il buco, o meglio, la voragine nei conti dell’Ente si aggirerebbe su una cifra molto vicina al milione di euro. Mancherebbero quindi all’appello, grossomodo, ancora l’80% dell’intera cifra chiaramente truffata.
La Casa Comunale, quella che avrebbe dovuto essere una “casa di vetro”, sta assumendo, specie in questi ultimi tempi, sempre più le sembianze di un “muro di gomma”. Una vera e propria cappa di silenzio sembra essere calata su più episodi che hanno decisamente dell’inquietante. Dal caso del bar della villetta comunale di via Vittorio Emanuele III, finito sotto sequestro per gravissime violazioni, anche di carattere penale, a quello riguardante la “rissa fantasma” che avrebbe avuto luogo (il condizionale è d’obbligo visto che ad oggi non risulterebbero esposti o denunce) nell’area mercatale sabato 12 aprile e che avrebbe visto coinvolti agenti di Polizia Municipale e commercianti ambulanti.
Ufficialmente, i motivi sono ignoti, anche se, raggiunto telefonicamente, l’assessore alla Polizia Municipale Dr. Michele Granata ci informa che problemi di carattere igienico sanitario e di sicurezza antincendio sarebbero stati rilevati. Nulla trapela invece dagli uffici dei caschi bianchi frattesi che, raggiunti telefonicamente, ci liquidano con la frase “Non parliamo con gli sconosciuti”. Caso chiuso! (forse).
Intanto neanche il tempo di archiviarne uno, che di casi inquietanti ne scoppia un altro. Erano già numerose infatti le richieste di accesso agli atti protocollate dal segretario del Partito Repubblicano di Frattamaggiore, Prof. Orazio Ferro, che a queste se ne sono aggiunte altre.
Una di queste, datata 18 aprile, porta la firma dei consiglieri Francesco Russo, Aniello Rossi, Raffaele Parolisi, Giuseppe D’Ambrosio, Luigi Vitale e Domenico Di Marzo. La richiesta degli atti riguarda stavolta un altro bar, sito nell’altra villetta comunale, quella di via Biancardi. Attività questa, passata di mano dal primo al secondo assegnatario, sembra, senza che il subentro fosse contemplato dal contratto.
Insomma, ad ogni piè sospinto sembra venga fuori una grana e la sensazione che si avverte nelle stanze del Palazzo è quella che un imminente effetto domino, possa far venir giù tutto da un momento all’altro, anche se sono in molti a sperare che questa amministrazione cuoci a fuoco lento, fino alla conclusione naturale del mandato, e pazienza se alla fine sarà decotta anche la città.
