Piero e Pierina aprono la campagna elettorale del Pd. Nessun giovane. Il partito ancora nelle mani di Mimmo Semplice. Presente anche il deputato Penza dei Cinquestelle di nuovo alleato della vecchia classe dirigente.

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Diciamo la verità. I tanti anziani seduti nel Pd all’apertura della campagna elettorale erano bellissimi.  Settantenni ed ottantenni legati ad un’idea che si è trascinata nel tempo dal PCI al PD. Loro sono stati sempre lì, vicini ad un simbolo che li ha pure traditi. Legati ad una sinistra che non esiste più da cinquant’anni. La maggior parte degli spettatori all’apertura della campagna elettorale del PD di Caivano è nata nella prima metà del secolo scorso, qualcuno negli anni sessanta. Potrebbero essere i nonni dei giovani candidati che invece si candidano nella coalizione di Antonio Angelino.

L’apertura della campagna elettorale del Pd è stata un flop. Nessun rinnovamento. Nessun cambiamento. Il PD ha appaltato le elezioni a Mimmo Semplice, l’ex sindaco diessino eletto nel 2001: ventiquattro anni fa. Oggi Semplice è un sessantenne, da alcuni tesserati additato come il responsabile del disastro nel PD.

Semplice si è preso tutto: il partito, la scena, la lista che ha fatto lui. Potevano mettere un giovane per presentare i dirigenti regionali, ma non hanno un gruppo giovanile. Si notavano assenze eccellenti: Iuri Bervicato e Michelangelo Emione che erano stati incaricati di rinnovare il partito, ma che hanno gettato la spugna. Oltre all’ex segretario Marzano che ha abbandonato la nave che affonda. La nave che lui ha ostinatamente condotto contro gli scogli.  

E’ rimasta solo la capolista del Pd, Pierina Ariemma, ex consigliere comunale, ex assessore ed ex vicesindaco della ultima amministrazione sciolta per camorra. Considerata l’età, avrebbe potuto dare un contributo alle nuove generazioni politiche, invece si candida per occupare un seggio al posto di un giovane. 

Alla manifestazione del PD c’erano una cinquantina di persone, ma non c’erano nemmeno tutti i candidati della lista. Il deputato locale dei cinquestelle, Pasquale Penza, non era seduto dietro la scrivania. 

Penza è stato un ex assessore della giunta Falco, poi come dice lui, è stato cacciato. Il suo partito ha firmato per sciogliere l’amministrazione, oggi sta sotto al braccio di Mimmo Semplice, di Pierina Ariemma e della sinistra che nel 2020 candidò Enzo Falco

I cinquestelle hanno firmato per mandare a casa il Pd e poi si sono alleati col Pd. D’altronde pure l’ultima volta nel 2020, i grillini si allearono con la vecchia classe dirigente e con gente inserita nella relazione per lo scioglimento per camorra del 2017. Parlano di cambiamento per prendere in giro gli elettori.

Nel Pd sono sempre gli stessi, guidati da Mimmo Semplice e da una capolista nata nel 1954. Ci si chiede cosa saranno in grado di rappresentare in Consiglio all’opposizione di decine di giovani.

All’apertura della campagna elettorale del Pd, è arrivato, udite udite, pure Piero De Luca, il figlio del Presidente. L’esempio più odioso del familismo. A confronto, il figlio di Mastella gli fa un baffo. Piero De Luca ha attaccato Fratelli d’Italia perché non ha fatto la lista. Gli hanno detto di attaccare la destra per trovarsi un nemico. La destra non ha presentato la lista, lui attacca la destra. Avrebbe potuto attaccare Forza Italia che ha una lista, invece deve parlare della Meloni. Gli hanno detto così:  serve un argomento forte per non parlare delle proprie responsabilità.

Invece, Pierino De Luca è convinto che la lista a Caivano la doveva fare la Meloni. Non conosce le dinamiche dei partiti. D’altronde, lui non sa nulla: è papà che fa le liste, anzi è papà che lo mette in lista. Non una parola sul disastro dell’ultima amministrazione di sinistra a Caivano. Per quarant’anni nessuno si è fatto vedere, il Parco Verde era la piazza di spaccio più florida d’Europa e la sinistra, insieme ai cinquestelle, faceva incetta di voti proprio lì. L’ultima volta nel parco verde, le percentuali elettorali più alte per il centrosinistra furono proprio quelle nelle sezioni del Parco. 

Oggi il candidato a sindaco dei cinquestelle ha una bella foto con lo sfondo del parco verde, però prima della Meloni nessuno si era interessato del quartiere. 

Oggi che le cose a Caivano stanno migliorando, arriva un tizio di Salerno, figlio di papà, che parla di Caivano, ma dimentica che l’amministrazione del suo partito è stata sciolta per camorra e che un assessore proprio del PD è attualmente imputato nel maxi processo che ha portato alla sbarra un sacco di gente.  Pierino De Luca non lo sa. Glielo avrebbe potuto dire la capolista del PD, Pierina Ariemma. Lei era in giunta quando arrestarono ed inquisirono i suoi colleghi di partito e coalizione.

Hanno aperto la campagna elettorale nel peggiore dei modi. Dietro la scrivania, oltre ai dirigenti regionali del Pd non c’era nessun giovane a parte il candidato sindaco che è dei cinquestelle. Ritorno al passato.

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