La cantonata del TG 3 per colpire il campo estivo del Centro Pino Daniele che ha la retta più bassa d’Italia. Nel mirino il simbolo del riscatto, la Tv di Stato inventa una protesta delle mamme, poi torna sui suoi passi. Illumina Camp: otto ore al giorno per per quattordici discipline sportive con istruttori specializzati, pasto e completino compreso. Tutto per soli 40 euro settimana.

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La scorsa settimana è stato trasmesso un servizio del TG 3 confezionato contro la gestione del Nuovo Centro Sportivo Pino Daniele di Caivano (Na) solo per colpire, indirettamente, il Governo Meloni, insieme ai  provvedimenti varati per la rinascita della città ed alla riqualificazione del Parco Verde.

La Tv di Stato ha trasmesso un servizio giornalistico pregno di falsità. Ciò significa che i giornalisti statali peccano di professionalità e sono nel posto sbagliato. Come un gruppo di mercenari qualsiasi, alla Rai si sono prestati all’invettiva politica, senza cercare la verità.

Hanno preso di mira la struttura sportiva realizzata in un solo anno, con decine di impianti interni, oltre ad un parco pubblico antistante, campi di Skate, play ground, calcio ridotto, campi di basket liberi ed usufruibili gratis.

Il Centro Sportivo non è gestito dal Comune. E’ sorto dove prima c’era una piscina che poi è stata abbandonata al degrado. Lì andavano a bucarsi i tossicodipendenti e pare sia stato anche teatro dello stupro su due bambine. Oggi c’è un centro gestito dalla Polizia di Stato e dalla Società “Sport e salute” controllata dal Ministero delle Finanze: gente che conosce lo sport, atleti ed istruttori di livello, manager che organizzano tra gli eventi anche la partecipazione alle Olimpiadi per le squadre nazionali.

In un solo anno, la gestione del Centro “Pino Daniele” ha generato un nuovo fermento sportivo, ha organizzato già un campo estivo nel 2024 con centinaia di iscritti dai sei ai sedici anni, ha finanche svolto corsi di formazione, ha collaborato con molte associazioni e scuole del territorio in progetti per i ragazzi, ha attivato tante iniziative gratuite. Per far funzionare la struttura è stato assunto personale del territorio. Il centro ha una indubitabile funzione sociale.

Le rette sono basse, talune sono irrisorie. Per allenarsi con atleti / istruttori della Polizia di Stato o comunque con maestri altamente qualificati nelle arti marziali e nella boxe, si pagano solo 20 euro all’anno, meno di un pacchetto di Marlboro alla settimana.

Non c’è al mondo una retta più bassa, ma questo RAI 3 NON l’ha detto, o peggio ancora, non si è informata. Eppure, queste notizie non sono segrete, basta attraversare la strada dal Parco verde e ci si trova in nella struttura. Basta chiedere. Prendere informazioni sarebbe stato utile anche prima della marea di sciocchezze sciorinate in 30 secondi in Tv.  Oppure andare sul sito www.sportesalute.eu/illuminacaivano/camp.html

L’incipit  del servizio Rai è partito con la notizia della protesta delle mamme. Una o forse due. Ma non c’è stata nessuna protesta nel Parco verde. Nessuna delegazione al Comune, nessuno fuori al centro sportivo. Si sono prese due persone disposte a dire che il centro non funziona bene.

Rai 3 ha creato un caso che non esiste. Un giornalista che si informa saprebbe che nel Parco verde hanno protestato solo una volta: quando le famiglie degli occupanti abusivi pretendevano di restare nelle case del quartiere, in modo illegale.

E’ stata l’unica protesta. 

Quando hanno gettato una bambina dal balcone dopo averla violentata, non c’è stato un accenno di protesta.  Né mai sono partite manifestazioni corpose contro la camorra. 

A parte le iniziative di Don Maurizio, non c’è stata una rivolta del quartiere.

Dunque, la protesta delle mamme del Parco Verde non c’era. E’ stata una invenzione per colpire politicamente il simbolo del riscatto. Avviene spesso da queste parti.

E’ accaduto, per esempio, col voucher sportivo regionale. Si alzò un polverone, ma era la Regione a non modificare il regolamento per permettere alla Società sport e salute, con sede nel Lazio, di poter accettare i bonus. De Luca fece una brutta figura.

E’ ancora accaduto quando un paio di associazioni del territorio pretendevano di gestire l’impianto per fare profitti pagando nulla o quasi.

A Caivano, c’è una sparuta minoranza di dissociati che non vedono quello che sta accadendo: eliminazione delle piazze di spaccio, università, centro sportivo, assunzioni al Comune, riqualificazione di aree, molte strade rifatte, ministri che portano progetti e milioni di euro investiti. 

Alcuni fingono di non vedere poichè schierati con la politica locale che ha portato il Comune ad disastro, altri sono dispiaciuti perché i soldi della droga facevano comodo in città, altri ancora col droga shop sotto casa hanno mandato in pappa il cervello. 

Quindi la protesta delle mamme, ancorché inventata, era un pretesto. Per altro, la Rai ha intervistato una signora che lamentava di non poter portare i figli, ma senza inquadrarla. Una scelta editoriale a dir poco discutibile. Pretendere i propri diritti senza mostrare la faccia non è credibile. Il centro “Pino Daniele” è gestito dalla Polizia. Non c’è bisogno di nascondere il viso. La Polizia sta dalla parte dei buoni.

Quella signora di cui non è stato scritto il nome, né mostrato il volto avrebbe potuto essere un’attrice oppure una che non abita nel Parco verde. Eppure ai telespettatori è stata data da una ignota signora, la notizia che i bambini del Parco verde non possono frequentare il campo estivo rispetto ai figli dei ricchi. Balle confezionate ad arte. Secondo il Tg 3, il centro sarebbe stato realizzato per i ricchi. Becera disinformazione. Il centro sportivo è frequentato da centinaia di ragazzi ed adulti. Se vi fossero tutti questi ricchi, Caivano sarebbe Dubai.

In realtà, la retta per il Campo estivo è di soli 40 euro a settimana. In nessuna parte d’Italia si pagano 40 euro a settimana, comprensivi di completino, pasto con primo, secondo e frutta, dalle otto e mezzo del mattino alle 16, da giugno a settembre. Non per fare i balletti, ma per cimentarsi in quattordici diverse discipline, nuoto compreso.

Nessuno in Italia offre tutto questo ad otto euro al giorno, pasto compreso. Per lo stesso Campo estivo gestito da “Sport e salute” a Roma si paga 150 euro a settimana.

La gestione del “Pino Daniele” per organizzare il Campo estivo non produce alcun profitto d’impresa, poiché svolge un servizio sociale.

Un mese di Campo Estivo costa 160 euro, meno di un tatuaggio medio. Con i soldi spesi per i baby shower, che è lo spettacolino per rivelare il sesso del nascituro, si può pagare il campo estivo per tre anni. Con i soldi spesi per i cantanti ed i fuochi d’artificio si paga il campo estivo ai propri figli per quattro stagioni consecutive.

La vita è pure una questione di priorità. Per esempio, si può andare a lavorare anziché reclamare sempre assistenza dallo Stato, oppure si può spendere parte dell’assegno di inclusione per mandare i figli in un centro sportivo, cioè in un ambiente sano, a contatto con istruttori altamente preparati, facendoli vivere momenti di socializzazione e crescita psico-fisica.

Magari i ragazzi potrebbero prendere strade nuove, avvicinarsi alle Forze dell’Ordine, riuscire in uno sport. Il mondo è pieno di campioni che vengono da situazioni difficili. Si può scegliere di dare un’alternativa ai ragazzi oppure si può recitare la solita cantilena, pretendere che tutto sia gratis in un mondo dove nulla è gratuito.

Peccato che il TG 3 abbia voluto fare becera propaganda e non abbia invece voluto fare informazione, tanto è vero che la stessa redazione è tornata sui propri passi, dimostrando di aver fatto un’altra figuraccia.

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